Studio Tecnico

Ing. Alfonso Dazzi e Ing. Marco Filippi 

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Ing. Alfonso Dazzi e Ing. Marco Filippi 

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Lavori di restauro

Una piscina al primo piano

Questa casetta aveva cominciato la sua vita molti secoli fa. Probabilmente era un piccolo fortino che guardava verso valle. Dopo non molto tempo, però, e prima di vedere imprese militari, finì trasformato in abitazione e poi in una piccola stalla.

Nel tempo continuò ad essere usato e ad avere, costantemente, una manutenzione di serie B. Un tetto nuovo fatto con travi riciclate da qualche edificio più importante, qualche inserto in mattoni di poco costo per sostituire i danni alle murature.

E un solaio in legno di quelli che rimbombano quando ci passi sopra.

 

Però le fondazioni erano sane e i muri, benché rovinati, si potevano ancora salvare. Con iniezioni di resina e una buona precompressione potevano riprendere tutta la loro resistenza e assorbire anche i terremoti.

 

Ce ne sarebbe stato bisogno: si era infatti deciso di trasformare la casetta: sarebbe diventata un mini centro benessere con una piscina al primo piano. Proprio una piscina da otto metri per sette per un metro e mezzo di profondità, mica una vasca da idromassaggio.


La piscina, piena, avrebbe pesato più di cento tonnellate. Per sostenerla si decise di usare una lastra in cemento spessa venti centimetri. Avrebbe avuto cinque lati di appoggio: i quattro laterali e un muro interno. Ancorata alle murature, oltre che portare la piscina avrebbe dato alla struttura il grado di controventamento che serviva per un adeguamento sismico. Anche l’acqua della vasca sarebbe stata un ottimo smorzatore!

 

Poi c’era da fare una nuova copertura in legno lamellare: bisognava tener conto della dilatazione che l’umidità di una piscina riscaldata avrebbe ingenerato nel legno. Pertanto si decise di progettare strutture isostatiche con snodi meccanici.

 

Inoltre la catena doveva essere alta ed essere regolabile.

 

A questo punto, dopo la messa in opera del tetto, rimaneva solo da curare l’interno. L’aspetto architettonico era stato progettato dallo studio Costetti & Dazzi…

 

Ecco la piscina finita al primo piano. Al di sotto di essa non c’è la terra ma la taverna con un antico solaio in legno.

 

Le finestre a cannocchiale permettono di vedere attraverso la struttura…

  

E di guardare il paesaggio mentre si è immersi nella piscina. Alla fine la casetta ha avuto una seconda giovinezza. Ha sopportato senza problemi anche il terremoto del 30 Dicembre 2008. Peccato non aver avuto una webcam: sicuramente nella piscina si sono prodotte delle onde!

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Una trave antica

Questa trave in legno fa parte di un solaio del Seicento nella Canonica di Luzzara.


Per quanto fosse una trave di ottima qualità era stata costruita secondo gli standard del Seicento: era sottile e traballava tutte le volte che ci si camminava sopra. E, in seguito alla ristrutturazione della Canonica, si temeva che si sarebbe deformato troppo sotto il peso del nuovo pavimento. Ma come consolidarla? Dal di sotto di sarebbe rovinato il soffitto dipinto.

 
L’unica soluzione era quella di aumentare la sezione della trave dal di sopra sfruttando la poca altezza disponibile tra i travetti. Dopo opportuni calcoli per tenere in conto taglio, anisotropia del legno e differenza di umidità, si decise di intervenire su due piani:

 

  • Aumentare la rigidezza della trave incollando lamelle in abete tra un travetto e l’altro nella zona centrale.
  • Usando lamine in carbonio per avere il minimo spessore, dando continuità ai travetti nell’appoggio sulla trave.

 

Dopo l’intervento il solaio è diventato rigidissimo e non ha più dato alcun problema. Il soffitto dipinto è rimasto intatto.

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